Si chiama la "Righea " . È un gioco proprio della cultura contadina che da secoli si pratica nella settimana successiva a Pasqua. Si costruisce una sorta di catino con sassi, zolle di terra, argilla e sabbia: si lavora di gruppo, di pala, cazzuola e olio di gomito, oltre che mettendo a frutto una sapiente arte. Lungo le sponde del catino a turno i giocatori fanno rotolare uova sode, dipinte da ciascuno a colori vivaci per distinguerle. Lo scopo è colpire le uova avversarie, ammaccandole senza danneggiare le proprie, o far raggiungere all'uovo la moneta gettata nel campo, che viene vinta – qualche centesimo di euro. Una pasqualissima combinazione di bocce e biliardo… che coinvolge giocatori da 0 a 99 anni. E quando le uova a furia di tirarle si ammaccano? Un po' di sale, e gnam! Il dialetto vittoriese ancora conserva i nomi specifici delle pratiche e degli strumenti del gioco della righèa: come il ranzìn, un bastoncino ripiegato ad una estremità, utilizzato per ripescare dal catino le uova dal razinier.
La Comunità Ludica della Righèa da oltre dieci anni è impegnata a mantenere viva una tradizione dell’Alta Marca Trevigiana che con il tempo rischiava di sparire. Oggi la manifestazione gode del riconoscimento della Regione quale evento che tiene viva l’identità veneta e della Provincia di Treviso che l’ha inserita nel circuito Rete Eventi Marca Storica.
Per il terzo anno consecutivo le righèe dell’Andar per borghi a visitar righèe sposano la causa dell’hospice, la struttura dell’Ulss 7 che potrà accogliere dieci malati di tumore in fase terminale.
In tutti i 16 campi da gioco, dislocati tra Vittorio Veneto, Colle Umberto, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, San Fior e Conegliano, sarà infatti possibile per chi lo vorrà lasciare un’offerta a favore della struttura che è in fase di costruzione a Costa di Vittorio Veneto.
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